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Lunedì 25 aprile 2022 - Sintesi del Report stagione venatoria 2021/2022 della Provincia di Belluno

Lunedì 25 aprile 2022 ore 11:00 Report stagione venatoria 2021/2022 della Provincia di Belluno

Stefano Vendrami – Tecnico faunista delle Regione del Veneto, distaccamento della Provincia di Belluno

Svogliamo con delega della Regione alcune funzioni specifiche anche per l'amministrazione provinciale, in particolare sulla gestione degli ungulati. Questa mattina abbiamo presentato il report della stagione venatoria scorsa, andando ad analizzare i dati di abbattimento e raffrontandoli alle consistenze e ai piani di prelievo assegnati. Facendo anche una disamina di una serie storica di dati, in modo da confrontare il tutto con il passato ed evidenziare quelle che sono le tendenze in atto rispetto alle popolazioni e rispetto alla gestione faunistico venatoria.
La gestione faunistico venatoria, e in particolare quella degli ungulati, ha un suo percorso annuale ciclico che inizia con i censimenti delle popolazioni. Monitoraggi svolti tipicamente in periodo primaverile, sul primo verde, e poi sviluppati con il calcolo delle stime di popolazione e l'assegnazione dei piani di prelievo. Poi si svolge l'attività venatoria durante la stagione, secondo i periodi stabiliti dal calendario venatorio, e da ultimo la valutazione dei trofei, quest'anno organizzata con i Distretti venatori della provincia di Belluno, che porta ad avere la rendicontazione dei dati della stagione stessa. In questo modo si conclude questo percorso annuale ciclico che oggi presentiamo appunto nella sua rendicontazione dei dati. Dal punto di vista dei dati abbiamo delle consistenze di ungulati stimati in circa 34.000 capi, con un piano di prelievo che si aggira sui 6.900 e una realizzazione dello stesso di circa 5.200 capi. Un 76% del piano complessivo di tutte le specie di ungulati. A questo vanno aggiunti un migliaio di cinghiali che sono prelevati non in attività di caccia, ma in attività di controllo faunistico. Quindi arriviamo a un totale di più di 6.300 animali prelevati. La consistenza dei prelievi è naturalmente subordinata alle consistenze e ha una percentuale di prelievo che dipende da specie a specie. le specie che più manifestano un aumento negli ultimi anni in provincia di Belluno sono il cervo e il cinghiale. Il cinghiale, come detto, è sottoposto a controllo, mentre invece la gestione venatoria del cervo è fatta attraverso l'applicazione delle linee guida Ispra sugli ungulati selvatici. Poi, per quanto riguarda il camoscio, il muflone, il capriolo, anche queste sono gestite secondo un sistema di caccia di selezione. Cioè ogni capo viene prelevato secondo una precisa classe di sesso e di età, secondo quelle che sono le linee guida emanate dall'Istituto tecnico del ministero.

Franco De Bon – Consigliere Provincia di Belluno con delega Caccia e Pesca

Oggi abbiamo presentato il rapporto degli abbattimenti degli ungulati nella stagione venatoria 2021-22. Più corretto sarebbe chiamarlo il raccolto. Gli inglesi chiamano la selvaggina harvest, cioè raccolto, perché è quello che attraverso tutta una serie di operazioni il territorio fa per giungere a questo obiettivo, che è appunto il raccolto di questi animali a fine della stagione. Questo è estremamente importante, perché la selvaggina fa parte dell'ambiente naturale e seminaturale della provincia di Belluno, col quale questi animali devono commisurarsi ed entrare in equilibrio.
I nostri piani sono dimensionati sulla base anche dei danni che questi provocano alle colture agricole, dei danni che questi provocano alla rinnovazione forestale, e quindi il nostro piano deve accompagnare in maniera assolutamente equilibrata questo nostro territorio che è così fragile, che è così importante, che è così bello, ma che deve essere assolutamente così mantenuto.
Quindi dal punto di vista amministrativo, produciamo inizialmente questi provvedimenti che hanno il compito principale di fare in maniera tale che la presenza della fauna selvatica sul nostro territorio sia assolutamente una ricchezza. Abbiamo parlato prima di numeri importanti per quanto riguarda questi prelievi, ma è importante che questo patrimonio non vada a detrimento di altri valori che abbiamo sul territorio, ad esempio l’agricoltura e le foreste. Volevo ricordare che la provincia di Belluno è una delle sole quattro province in Italia che ha una delega precisa per quanto riguarda la gestione faunistica. Sto parlando di Bolzano e di Trento, che sono due province autonome, di Sondrio e appunto di Belluno. La provincia di Belluno, attraverso questi provvedimenti amministrativi, e la capacità anche del mondo venatorio di espletare questa funzione che è stata demandata, ha raggiunto dei buoni risultati. Migliorabili assolutamente, perché tutto si può migliorare, ma attraverso questi abbattimenti siamo riusciti a contenere delle specie in grande espansione come ad esempio il cervo. Su questo c'è ancora un approfondimento da fare attraverso il miglioramento dei periodi. Stiamo studiando se è il caso di intensificare l'attività in determinati periodi che vanno a salvaguardare le produzioni agricole. Una cosa che mi preme sottolineare è il grande sforzo che stanno facendo gli operatori muniti di licenza di porto fucile, che sono appunto i controllori, in pratica i cacciatori autorizzati e formati, che hanno abbattuto l'anno scorso oltre 1.000 esemplari di cinghiale. Questo è un grande obiettivo raggiunto, perché il cinghiale sta producendo dei gravissimi danni all’agricoltura, e non solo, anche ai prati e a delle situazioni ambientali fragilissime, come le praterie alpine che sono soggette a degrado a seguito della presenza del cinghiale su quelle superfici. Quindi questo forte abbattimento sta veramente limitando i danni, comprimendoli di molto. Su questo è nostra attenzione intensificare questo sforzo attraverso la formazione e l'autorizzazione di nuovi operatori, perché l'obiettivo della provincia di Belluno e l'eradicazione del cinghiale dal nostro territorio. Per quanto riguarda, invece gli altri ungulati possiamo dire che c'è bisogno di contenere ulteriormente il cervo. Il capriolo sembra aver raggiunto una certa stabilità, se non addirittura in qualche caso dei decrementi, probabilmente anche per la sopraggiunta presenza di qualche predatore naturale. Il camoscio sta finendo quasi di immunizzarsi attraverso la passata della rogna sarcoptica, che ha fortemente decimato le popolazioni. Però dove abbiamo fatto una buona gestione di chiusura della caccia al camoscio, i riproduttori che sono sopravvenuti hanno creato delle popolazioni stabili e per cui sono già oggetto di prelievo. Quindi complessivamente la situazione degli ungulati in provincia di Belluno può dirsi assolutamente buona.

A cura della Provincia di Belluno e con l'intervento di:
- Stefano Vendrami, responsabile Ufficio faunistico regionale - distaccamento di Belluno
- Franco De Bon, Consigliere Provincia di Belluno con delega Caccia e Pesca

 Il convegno integrale:

Lunedì 25 aprile 2022 - Report stagione venatoria 2021/2022 della Provincia di Belluno

 

Con il contributo della Provincia di Belluno